Il buio al centro


Nemmeno 24 ore a Roma sono più che sufficienti per vivere
momenti magici.

Cena al buio: quando la proponi ai ristoratori sembri uno
scambista o un fuori di testa. Dai Maronciu a Frascati invece l’entusiasmo è
stato fin da subito coinvolgente: io raccontavo in cosa consistesse il progetto
e Andrea (uno dei proprietari) si entusiasmava ogni secondo di più! 

Chiaramente
davanti a un bel tagliolino alla carbonara con tartufo…

Allora domenica abbiamo portato il buio nella Capitale, per
farlo conoscere a chi non sa cosa vuol dire vivere senza vedere.

E’ straordinario rendersi conto di come spegnere un
interruttore ribalti la situazione: chi non vede accompagna e i famigerati
vedenti devono fidarsi cecamente per una volta!

Karine e il suo team mi hanno affiancato in questa
fantastica avventura, insieme a Noemi (la super terapista del Sant’Alessio) che
mi ha consigliato due camerieri non vedenti del posto. Da Milano siamo partiti
io e Donato, un veterano delle cene al buio. Lui, come me, cena al buio tutti i
giorni ed è anche uno specialista nell’accompagnare le persone in questo
fantastico viaggio.

Lo scopo di questa cena è stato quello di raccogliere fondi.
Karine li utilizzerà per i suoi fantastici progetti con i bambini del Brasile;
io voglio portare sempre più bambini ciechi a fare sport, il mio sport! Accanto
allo sci nautico ci sono famiglie che si incontrano, si conoscono e fanno rete.
Per questo attività ludiche e sportive sono potentissimi come collante di
contesti e famiglie che troppo spesso non si conoscono nonostante abbiano sogni
e obiettivi comuni.

Poche ore dopo, proprio per respirare davvero questo mondo,
eccomi al Sant’alessio dove Leonardo (uno dei bambini che mi allietano i
pensieri) fa terapia o meglio impara a usare il computer.

Il Sant’alessio è uno stupendo luogo di crescita e incontri
per chi non vede ed è presieduto da una persona fantastica: Amedeo Piva che mi
accoglie sempre con una cordialità unica.

Finita l’ora d’informatica si corre a scuola: mi siedo di
fianco a Leo, si parla di composizione della materia e del suo stato (solido
liquido o gassoso).

Leo scrive, ascolta, interagisce e legge sui suoi libroni in
Braille. E’ un bambino normale con qualità speciali, quelle qualità che
andrebbero studiate per renderle accessibili a tutti i bambini che come lui
convivono al buio.

Dalla cena alla scuola caro buio ti ringrazio: senza saperlo
ci hai regalato la luce.

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