Come la Roma, la mia squadra del cuore, è approdata alle semifinali ho pensato: e quando me ricapita?
Sono stato a Trigoria lo scorso anno e quindi ho battuto tutte le piste possibili per avere i biglietti per le due partite! Devo dire che l’AS Roma può contare su persone che si sono dimostrate super disponibili con me e mi hanno regalato questa magica opportunità.
Eccoci quindi a Liverpool. Io e Roberto Bof che mi ha prestato gli occhi, il cuore e la voce perché potessi vivere a pieno questa centrifuga di emozioni!
Il viaggio è partito all’alba di martedì (giorno della partita) e all’ora di pranzo eravamo già sul posto.
La città aveva un’energia importante, tutti a chiederci se fossimo lì per la partita e tutti tifosi dei Reds!
Questa esperienza mi ha permesso di avere un contatto vero col calcio Inglese: stadi di proprietà che diventa quindi un valore aggiunto sia durante i match ma anche come indotto economico che permette poi a queste società di avere importanti capitali da investire per la costruzione della squadra.
Pioggia, vento, traffico e folla non ci hanno impedito di raggiungere il nostro piccolo posto nel settore ospiti un’oretta prima dell’incontro.
Lo stadio in Inghilterra si riempie all’ultimo e ti trovi a passare dall’apparente calma al frastuono del pubblico che incita dagli spalti senza fermarsi un secondo.
E’ il momento di You’ll Never Walk Alone, storico inno del Liverpool: tutti cantano, bianchi, scuri, grandi piccini, le voci si fondono per formare un coro unico, assordante, imponente!
Le gradinate sono attaccate al campo e questo rende ancora più impattante l’apporto dei tifosi, come se il campo e gli spati fossero un’entità unica in cui l’unico obiettivo è vincere!
Mi è sembrato quasi di vederla la partita, ogni azione dei giocatori in campo è accompagnata da approvazione o disappunto dei tifosi fuori dal rettangolo di gioco.
Applausi per un passaggio riuscito, per un contrasto vincente, per un recupero sull’avversario; cori forti, fortissimi, accompagnano le azioni offensive e i momenti di pausa.
La voce di Roberto si fonde magicamente con questa atmosfera e la partita non ha più segreti nemmeno per me!
In avvio la partita sembra più in favore nostro, poi loro ci massacrano con ripartenze in campo aperto e in un attimo siamo sotto.
Sala, proprio uno dei ragazzi che ho incontrato l’anno scorso a Trigoria segna il primo e quel pallone l’ho sentito partire dal suo piede, ho ascoltato il rumore del suo calcio spettacolare.
Sotto di noi sembra un tiro al piccione e anche nel secondo tempo le cose non sembrano andare meglio.
5 a 0. Un’attesa così lunga e un tracollo così immediato.
Questa squadra, come dice il mister, ha un’anima e, al contrario di altre situazioni, riesce a rimettersi parzialmente in piedi e segna proprio nella porta davanti ai suoi tifosi tra i quali ci sono anch’io!
Prima Dzeco e poi il rigore di Perotti ci danno una minima speranza, la stessa che ci ha alimentati nei quarti di finale.
Dopo il fischio finale, nonostante la batosta sportiva, il settore ospiti canta, canta forte perché la fortuna, comunque vada, è stata esserci aggiungendo momenti come la visita al “Cavern Club”, la Betlemme dei Beatles, insieme alla toccata e fuga all’ Old Trafford di Machester, casa dello United. Gallery
Non si sapeva nulla della tragedia che ha colpito Sean Cox riducendolo in fin di vita e penso che il calcio, questo calcio, anche quando si perde è meraviglioso.
Tornando verso l’hotel il traffico telefonico non è più intasato e sullo schermo del telefono si susseguono notizie orribili, che mai dovrebbero esistere ed essere abbinate allo sport.
Al risveglio il rumore di fondo della pioggia non si sente più anzi, uscendo dall’albergo è apprezzabile il calore di un raggio di sole che infilza le nuvole. Appena il tempo di una visita alla Betlemme dei Beatles, il “Cavern Club” in centro città, dove ancora oggi dal mattino a tarda notte si alternano sul palco esordienti e star della musica. Ma non è finita. Con il treno si torna all’aeroporto di Manchester dove siamo accolti da vento e pioggia mista a grandine, tempo ideale per una toccata e fuga all’Old Trafford, la casa dello United.
Da queste parti la coppa con le grandi orecchie è arrivata più volte.
Una sfregatina al pallone della Champions non fa male. E via che si torna a casa dove anch’io come la squadra di Di Francesco mi devo organizzare per il ritorno all’Olimpico..
In conferenza stampa il mister ha dichiarato: “Chi non ci crede stia a casa”.
Metti che mi cerca sugli spalti e non mi vede che figura ci faccio…